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MICROnews Tecnicamente parlando

Stiamo pensando a un terzo magazzino automatico

Fondamentale sarà anche suddividere il contenuto di ciascun magazzino non solo sulla base della sua effettiva utilità, ma anche a seconda di quanto spesso e come opera esattamente il personale addetto

Con la ripresa delle attività, sento l’urgenza di riprendere anche il discorso dei magazzini automatici, strumenti che ormai ritengo più che essenziali per il nostro lavoro. Nel corso del 2019, infatti, ne avevamo implementati due: uno particolarmente robusto e dotato di cassetti lunghi 4,5 metri con portata di 750 kg ciascuno e che avevamo destinato principalmente allo stoccaggio delle materie prime; e l’altro con la stessa portata, ma cassetti di 3,5 metri, che avevamo deciso invece di usare per tutto il resto. Questa scelta ci ha permesso, nel corso degli ultimi mesi, di raccogliere informazioni che prima non avevamo, o che comunque non ritenevamo così essenziali.

Mi spiego meglio. Come penso possiate immaginare, in ogni magazzino automatico può operare un solo addetto alla volta. Quindi se qualcuno sta, per esempio, facendo il prelievo di una distinta per l’assemblaggio, un secondo operatore non può accedere al magazzino per prelevare una barra. Ora, se consideriamo che un prelievo può durare anche una ventina di minuti, il dispiego di tempo dovuto a sovrapposizioni del personale può diventare anche considerevole.

Questa analisi, ci ha quindi portati a fare due considerazioni:

La PRIMA è che

in MICROingranaggi dovremo necessariamente integrare un terzo magazzino automatico, che vorremmo ordinare a breve e che sarà operativo a partire da gennaio 2021.

La SECONDA è che – sulla base delle informazioni raccolte utilizzando quotidianamente i primi due magazzini – potremo ottimizzare ulteriormente l’organizzazione della merce.

Pensiamo infatti che sia

fondamentale suddividere il contenuto di ciascun magazzino non solo sulla base della sua effettiva utilità, ma anche a seconda di quanto spesso e come opera esattamente il personale addetto.

E, per questo, dedicheremo il terzo magazzino interamente all’assemblaggio, ovvero al reparto che necessita di maggior tempo per ciascun prelievo.

Nell’ultimo anno ci siamo inoltre resi conto che

il magazzino automatico poteva essere molto utile per stoccare anche l’attrezzatura di produzione

(quindi portautensili, pezzi di ricambio delle macchine e via dicendo).
E così ci siamo posti l’obiettivo di andare piano piano a eliminare completamente gli armadi che ora sono vicino alle macchine.

Ma perché, forse qualcuno si domanderà, questa scelta visto che avere le attrezzature di produzione negli armadi a fianco alle macchine è indubbiamente più comodo? La questione è più che altro legata una ulteriore ottimizzazione dei costi e delle spese: nel momento infatti in cui un operatore deve prelevare un’attrezzatura, il magazzino automatico registra il prelievo e il successivo deposito. Quindi si sa esattamente chi ha preso cosa e per quanto tempo; e si sa anche dove si trova esattamente ciascuna attrezzatura.
Ora, se consideriamo che spesso si tratta di strumentazioni che costano anche migliaia e migliaia di euro, il fatto che abbiano un posto definito in un magazzino ben organizzato, da un lato le preserva da danneggiamenti casuali che altrimenti si potrebbero verificare in qualsiasi momento e, dall’altro, consente all’azienda di avere perfettamente sotto controllo cosa c’è e cosa non c’è semplicemente facendo un’interrogazione di magazzino.

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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