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Secondo voi quando è il momento giusto per fare marketing?

Parliamo di marketing. Non perché abbia deciso di cambiare mestiere, lungi da me. Ma perché in un modo o nell’altro le attività di marketing finiscono spesso per incrociare quello che faccio quotidianamente: ricevo newsletter e materiale promozionale di questa o quella impresa, sento e incontro persone che pubblicizzano prodotti o servizi e via dicendo.

Voglio parlare di marketing perché c’è una cosa che trovo un po’ strana e mi piacerebbe confrontarmi con voi in proposito. Ma, prima di farlo, faccio una premessa.
Come purtroppo sappiamo,

il momento storico è piuttosto complicato dal punto di vista economico.

Per l’emergenza sanitaria prima di tutto. E poi anche per i contrasti Usa-Cina, la Brexit, il crollo nella vendita di automobili a causa delle problematiche sulle emissioni e delle incertezze sui combustibili del prossimo futuro, e le emergenze ambientali in continua crescita. E poi ci sono anche gli esuberi di personale in moltissimi settori (in primis quello bancario-assicurativo), lo sbilanciamento tra domanda e offerta nei posti di lavoro, che genera da un lato disoccupazione e, dall’altro, mancanza di risorse. E così via.

Da quello che vedo e sento nelle aziende manifatturiere con cui ho direttamente o indirettamente a che fare ultimamente, ci sono situazioni molto diverse, a volte anche diametralmente opposte. Ci sono aziende senza commesse (o quasi). E ce ne sono altre oberate di lavoro. In linea generale, però,

credo che la maggior parte delle imprese stia assistendo a un calo consistente e preoccupante della domanda.

Cosa sarebbe bene fare in periodi come questo è risaputo: non farsi prendere dal panico e, anzi!, sfruttare il momento per crescere e migliorarsi. Molte delle annate lavorative degli ultimi anni sono state davvero buone e quindi perché non investire parte delle risorse in tecnologia e formazione del personale?
Questo ci permetterebbe di farci trovare pronti più preparati non appena il mercato si sarà ripreso. Perché è sempre stato così, perché la storia economica lo insegna:

il mercato, prima o poi, si riprende e quindi si riprenderà anche questa volta.

Bene. E invece cosa vedo fare a moltissime aziende? Le vedo ricordarsi che esiste il marketing e tutte le attività a esso connesse (attività che – per molte realtà – sono completamente assenti nei mesi di tanto lavoro). Le vedo quindi inviare presentazioni, company profile, brochure che raccontano cosa sono capaci di fare, quali sono le loro infrastrutture e quali i macchinari e gli strumenti che utilizzano.

Attenzione, non fraintendetemi: non sto dicendo che non si debba fare marketing o che non si debba fare ora. Niente affatto. Vorrei solo fare una domanda a chi si dedica a queste attività solo quando le cose non vanno troppo bene:

non sarebbe forse più logico e redditizio farsi conoscere anche quando c’è tanto lavoro e quando, tra le altre cose, i potenziali clienti hanno commesse o progetti nuovi da proporci?

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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