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Dal settore Punti di vista

Ripresa sì o ripresa no?

Qual è la vostra percezione in merito alla ripresa dei settori di meccanica e automazione?
Ve lo chiedo perché proprio in queste ultime settimane sono stati resi noti i risultati delle indagini di settore portate avanti da Federmeccanica, per quanto riguarda il comparto della meccanica, e ANIE Automazione, in merito all’automazione industriale. Entrambe le associazioni parlano di una calmierata ripresa e i dati ovviamente lo confermano, ma voi quale sensazione avete?

ANIE Automazione ha riportato che nel corso del 2013 in Europa è stato toccato il picco più basso dell’ultima recessione. Perciò il fatto che nella prima metà del 2014 vi siano state indicazioni di miglioramento per le industrie manifatturiere è una una notizia solo relativamente positiva, poiché la strada da fare per una reale ripresa è ancora molta. In ogni caso la maggior parte degli elementi che potrebbero sostenere la ripresa economica è strettamente legata al contesto internazionale che include sia le principali economie emergenti, sia il rafforzamento della crescita nel mercato statunitense.

Federmeccanica parla di leggeri segnali di ripresa del settore metalmeccanico italiano, già visibili nell’ultima parte del 2013 e confermati nei primi mesi del 2014. Anche in questo caso però siamo ancora molto lontano dai livelli della fase pre-crisi. Le ragioni sono da ricercarsi principalmente nella domanda interna che continua a essere debole (sono infatti le esportazioni a trainare il settore), e nella perdita costante di competitività delle produzioni nazionali rispetto ai principali Paesi concorrenti.

In ogni caso i settori di meccanica e automazione in Italia stanno vivendo ancora una situazione difficile, soprattutto se paragonati a quelli di Paesi come Germania, Gran Bretagna o Francia. Questa, per lo meno, è la mia sensazione. Credo inoltre che le aziende del nostro paese abbiano un forte bisogno di ottenere aiuti dal Governo attraverso, per esempio, una riduzione significativa degli oneri fiscali e delle imposte che gravano fortemente sul sistema produttivo italiano.

Qual è la vostra opinione in merito? Cosa dovrebbero fare secondo voi le aziende italiane per tornare a crescere? E di che genere di aiuti pensate possano avere bisogno?

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

2 risposte su “Ripresa sì o ripresa no?”

Ripresa sì o ripresa no?
Io non sono in grado di rispondere SI’ o NO’, ma mi piacerebbe dire SI’, mi piacerebbe credere che ci troviamo in una fase di risalita e soprattutto in una fase di risalita permanente.
Purtroppo, però non vedo le premesse per credere che ci troviamo su quella strada.
La mia affermazione parte da una semplice constatazione.
Ogni prodotto, sia esso parte del settore della meccanica, dell’elettronica, del tessile, ecc. ecc., finisce per essere acquistato e consumato dal singolo cittadino che dispone di un potere di acquisto più o meno elevato o, peggio ancora, al limite della sopravvivenza.
La ripresa può concretizzarsi soltanto a condizione che si modifichino, in meglio, le condizioni di reddito della massa, di gran parte dei cittadini, degli operai, degli impiegati, dei pensionati e via dicendo.
Il giorno 16 c.m. noi Italiani abbiamo versato nelle casse dello Stato circa 56 miliardi di €.
Abbiamo pagato, in acconto e sottolineo in acconto l’IRPEF, l’IMU, la TASI, la TARI, l’IRAP.
Ho dimenticato qualche tassa? Forse sì, ma sorvoliamo.
Questo è il problema!
I contribuenti, da un lato sono tartassati oltre misura, non sempre ricevono i relativi servizi e sono, per di più disorientati, amareggiati, inviperiti e traditi da una classe politica corrotta, inefficiente ed incapace di agire per trovare prima ed attuare poi le soluzioni necessarie.
Finchè persisterà questo stato di cose, difficilmente potremo pensare ad una ripresa stabile, concreta e continuativa.
La ripresa passa inevitabilmente per i consumi anche se a me non piace molto il termine “consumi”.
A mio parere, la ricetta risolutiva è senz’altro questa.
Ma non solo, poiché bisogna assolutamente ripristinare anche quel senso civico e morale nella società e in chi ci governa che, forse a partire dai tempi dell’onorevole Alcide De Gasperi (anni 50), si è completamente perso.
L’art. 1 della nostra Costituzione dice che:
“L’ITALIA è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro………..”.
E così deve essere, senza equivoci!

Caro Ottorino,
hai toccato, senza dubbio, un tema molto caldo per gli italiani, soprattutto in un momento come questo in cui i manifesti delle campagne elettorali sono ancora appesi ai muri di tutto i paese e i documenti delle dichiarazioni dei redditi sono ancora impilati sulla scrivania di ciascuno di noi.
D’altra parte la crisi attuale dell’industria italiana trae proprio origine dal crollo della domanda interna, cosa che non è avvenuta in altri paesi, come la Germania o la Francia, che hanno deciso di non adottare politiche di forte austerità, evitando così un crollo drastico del potere d’acquisto dei cittadini.
Il punto è uno solo: se non riparte la domanda interna, non si può crescere. E i paesi emergenti sembrano averlo capito meglio di noi…

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