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Dove trovare la giusta ispirazione?

# trovare la giusta ispirazione

Qualche tempo fa ho incontrato un amico, nonché proprietario di un’azienda specializzata in lavorazioni meccaniche conto terzi. In quel periodo c’era la Hannover Messe e, siccome avevo intenzione di andarci, gli ho proposto di venire con me. La sua risposta però è stata: “Mi spiace, non ho tempo. Devo lavorare”.

Ma voi pensate davvero che dedicare parte del proprio tempo a visitare una fiera di settore (del proprio settore) sia una perdita di tempo? Sia qualcosa che distoglie dal proprio lavoro, quello “vero”?

È possibile che una giornata lavorativa passata in fiera risulti più leggera di quella classica trascorsa in azienda e, se vogliamo, anche più divertente, se il settore in cui operiamo coincide con quello di cui siamo appassionati. Ma non per questo deve essere considerata una perdita di tempo. O sbaglio?

Dedicare una parte importante del proprio tempo a visitare fiere, così come a leggere, studiare, fare corsi, partecipare a seminari e via dicendo è FONDAMENTALE.

E lo è per svariate ragioni su cui periodicamente torno nei miei post. Non ci si può, in altre parole, limitare alla mera attività lavorativa. Per una crescita professionale (oltre che personale) è molto, molto importante aprirsi all’esterno.

Di recente ho ascoltato lo speech che Stefan Sagmeister, designer e titolare di uno degli studi più creativi di NewYork, ha tenuto durante un TedX del 2009. Ogni sette anni Sagmeister prende un anno sabbatico, durante il quale viaggia alla ricerca di nuove ispirazioni, nuove conoscenze, nuove relazioni da far confluire nel suo lavoro, importando così nuove tendenze, attitudini, esperienze e via dicendo.

Probabilmente la strategia di Stefan Sagmeister è un po’ “estrema” e difficilmente applicabile da chi vive una quotidianità lavorativa nel senso classico del termine. Ma

a me vengono comunque i brividi quando sento dire che dedicare parte del proprio tempo a studiare e/o a informarsi (nel senso più generale del termine) è una perdita di tempo.

Prendete il mio caso, per esempio. Ci sono momenti, nell’arco della giornata lavorativa, in cui sento la fisiologica necessità di fare una pausa, anche se il lavoro è molto. A volte esco a fare due passi per schiarirmi le idee, altre volte leggo. Articoli, post, ma anche email commerciali lasciate da parte, se non addirittura finite nella cartella spam della casella di posta. Non sempre, certo, ma a volte possono contenere informazioni interessanti, che immagazzino da qualche parte del mio cervello e da cui poi – spesso e volentieri – riemergono al momento opportuno.

Ricevere una pioggia di informazioni può dare risultati notevoli. Certo, a patto che vengano opportunamente filtrate.

E lo stesso accade quando si incontrano persone, perché – contrariamente a quanto si può pensare – molto spesso

gli spunti più interessanti arrivano da chi fa un mestiere completamente diverso dal nostro.

di Stefano Garavaglia

È il CEO di MICROingranaggi, nonché l'anima dell'azienda.
Per Stefano un imprenditore deve avere le tre C: Cuore, Cervello, Costanza.
Cuore inteso come passione per quello che fa, istinto e rispetto per il prossimo. Cervello inteso come visione, come capacità a non farsi influenzare da situazioni negative. Costanza perché un imprenditore non deve mai mollare.

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